Open Data nella PA


L’opinione pubblica, monitorata attraverso i post sul web, è ampiamente favorevole (70%) all’accessibilità diffusa dei dati della Pubblica amministrazione. Bilanci, ambiente e occupazione i temi caldi. Le critiche: poco comprensibili e difficili da trovare.

Dati pubblici accessibili a tutti, senza restrizioni o costi d’accesso: questi sono gli open data, una filosofia riformatrice che mira a rendere più trasparente la pubblica amministrazione, invitandola a mettere a disposizione dei cittadini le miniere di dati di cui è in possesso, per favorire la circolazione delle informazioni e la partecipazione dei governati alla vita pubblica. Gli open data si vanno diffondendo – talvolta in via sperimentale – anche presso la Pubblica amministrazione italiana. Ma qual è l’opinione degli italiani su questa nuova impostazione nella gestione delle informazioni? Quali le percepite potenzialità e le eventuali criticità? E, soprattutto, quando si parla di open data, si ha bene in mente di cosa si tratta? I circa 600 mila post dagli inizi del 2014 ad oggi che hanno discusso il tema on-line in Italia forniscono diverse conferme, accanto a qualche sorpresa.

opend_rep
L’opinione generale è ampiamente favorevole (70,2%) alla messa a disposizione delle informazioni pubbliche attraverso gli open data. E questa è una notizia sicuramente positiva, specie se confrontata con il livello di apprezzamento di cui gode la pubblica amministrazione in Italia, sia digitale che non. Ma a quali contenuti ci si riferisce, in dettaglio, quando si parla di open data? In cima alla lista troviamo i bilanci delle amministrazioni pubbliche (36%) resi disponibili dal Formez su dati.gov.it, seguiti dai dati ambientali (14,5%) (clima e rischi naturali, rifiuti, inquinamento, idrosfera, geosfera) e dai dati relativi agli affari e al lavoro (12%) (occupazione, imprese, vendite).

Poco più di un post su 10 discute poi dei dati legati ad Expo Milano 2015. Ma in questo caso, oltre ai riferimenti al progetto dati.openexpo2015.it, non sono pochi i commenti che collegano direttamente gli open data al recente sito-agenda verybello.it che, come noto, offre principalmente un catalogo di eventi culturali, mostre, concerti e feste che si succederanno durante i mesi dell’Expo milanese. Un risultato dunque che sottolinea anche la non poca confusione presente nella opinione pubblica a proposito dei “dati aperti”, dato che queste ultime informazioni non rappresentano di certo open data in senso stretto.

opend_rep2
Gli open data piacciono principalmente perché consentono una maggiore trasparenza (38%) nell’agire amministrativo mentre una parte importante li apprezza in quanto favoriscono il processo di digitalizzazione (18,1% dei post) e innovazione (11,8%). L’11% dei commenti sostiene poi che la disponibilità degli open data migliori la vita quotidiana del cittadino, facilitandone l’accesso alle informazioni; il 9,7% è convinto che gli open data facciano risparmiare tempo grazie alla facilità di consultazione e reperibilità. Infine, il 5,5% sottolinea che i servizi legati agli open data facciano risparmiare denaro pubblico.

opend_rep3
Ma le informazioni più utili, specie per chi deve organizzare la comunicazione on line degli open data, si ricava – come spesso accade – dalle voci critiche: ai più i dati messi a disposizione appaiono poco comprensibili o – nella migliore delle ipotesi – indirizzati a specialisti, sicché l’utilizzo da parte del cittadino comune ne rimane estremamente limitato. Per il 28,2% dei post critici, inoltre, gli open data risultano essere difficili da reperire vista la capillarità e l’estrema frammentazione della rete internet. Infine, il 23,1% dei commenti lamenta una scarsa compatibilità tra open data e privacy, dal momento che quest’ultima viene violata in nome di una maggiore trasparenza.
Insomma, le potenzialità degli open data appaiono evidenti. Tocca adesso anche alla pubblica amministrazione trasformare questa potenzialità in una azione concreta a beneficio dei più.
Nota: la presente analisi è stata presentata nel corso del workshop “Open Data” organizzato dall’Osservatorio eGovernment del Politecnico di Milano in collaborazione con Regione Lombardia.

Link all’articolo