Polizze contro le calamità, i contenuti del disegno di legge in Senato


Sistema misto pubblico-privato, meccanismo delle riserve di equalizzazione, abbattimento dell’aliquota di imposta al 12,50%, ampia platea di assicurati presenti anche in aree meno esposte

L’Italia è rimasta uno dei pochi Paesi europei ad essere sprovvisto di un moderno strumento di copertura a favore dei cittadini colpiti da calamità naturali, pur essendo il territorio nazionale – e ciò rappresenta una inammissibile contraddizione – esposto a un’altissima probabilità di rischio sismico e, per di più, sistematicamente colpito da alluvioni e da frane”.

È quanto si legge nella bozza di un disegno di legge recante la “Disciplina dell’assicurazione degli immobili a copertura dei rischi derivanti da calamità naturali”, presentato in Senato.

SISTEMA MISTO PUBBLICO-PRIVATO. Di fronte alle difficoltà incontrate dal Governo nel reperire le risorse finanziarie necessarie all’avvio delle opere di ricostruzione e di sistemazione del territorio contro le calamità naturali, la bozza del disegno di legge propone di creare un sistema misto pubblico-privato. La copertura dei danni subiti dai cittadini dovrebbe avvenire, in primo luogo, con il risarcimento da parte degli assicuratori; e in secondo luogo con interventi dello Stato la capacità economica delle compagnie nazionali e delle imprese di riassicurazione/coassicurazione venisse ad esaurirsi a causa dell’ampiezza dei sinistri.

MECCANISMO DELLE RISERVE DI EQUALIZZAZIONE. Questo modello è imperniato sull’uso del meccanismo delle riserve di equalizzazione, cioè sugli accantonamenti effettuati dal settore privato per fronteggiare il rischio di future catastrofi, cioè di eventi non ancora accaduti. Questo meccanismo viene rafforzato con la garanzia dello Stato qualora le riserve si rivelassero insufficienti a fronteggiare la gravità dei danni subiti.

Questo sistema misto pubblico-privato verrebbe attivato – suggerisce il disegno di legge – coprendo il rischio catastrofale attraverso polizze di assicurazione, ipotizzando di utilizzare non solo la classica polizza incendio sulle case, aggiungendovi il rischio di calamità naturale, ma anche apposite polizze istruite dalle imprese di assicurazione.

Per attivare il risarcimento sono previste due condizioni: la dichiarazione di calamità naturale e la sussistenza di una polizza di assicurazione che preveda la copertura dei danni da calamità naturali.

ABBATTIMENTO DELL’ALIQUOTA DI IMPOSTA AL 12,50%. La bozza del disegno di legge prevede anche il pieno coinvolgimento dei cittadini esposti al rischio catastrofe per la loro abitazione. Per stimolarli alla sottoscrizione delle polizze incendio, si interviene sul premio della polizza stessa, con un abbattimento dell’aliquota di imposta al 12,50% in modo da evitare incrementi di premio per i sottoscrittori, consentendo così la più ampia diffusione di tali polizze e anche un flusso di gettito aggiuntivo per lo Stato.

Naturalmente, questo meccanismo può funzionare solo a condizione di avere un’ampia platea di assicurati. Il ddl indica con chiarezza che i cittadini proprietari di immobili non assicurati non possono ottenere gli stessi benefici di ristoro del danno goduti invece dagli assicurati danneggiati.

Inoltre, la legge può estendere i suoi benefici anche agli immobili a uso esclusivamente abitativo facenti capo a imprese e a società.

MUTUALITÀ TRA I CITTADINI PIÙ ESPOSTI AL RISCHIO E QUELLI MENO. È prevista inoltre la mutualità e la solidarietà tra i cittadini più esposti al rischio e quelli che invece abitano in zone a minore probabilità di evento catastrofale, ciò al fine di evitare di far pagare premi insopportabili a chi è maggiormente esposto al rischio. Lo strumento assicurativo deve avere quindi un’ampia platea di assicurati presenti anche in aree meno esposte.

PER I CITTADINI CON REDDITO INSUFFICIENTE INTERVIENE LO STATO. Infine, il disegno di legge affronta anche il problema dei cittadini sprovvisti di reddito sufficiente a sostenere l’onere di una assicurazione. A tal fine è previsto che lo Stato garantisca ai cittadini proprietari di abitazione la cui soglia di reddito complessivo non raggiunga il trattamento pensionistico minimo, la ricostruzione o riparazione dell’immobile distrutto o danneggiato.

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