Corte dei Conti: relazione sugli organismi partecipati dagli Enti locali


La Corte dei Conti giudica le società pubbliche locali come un problema di capacità e di equilibrio finanziario complessivo. Sono troppe e troppo costose.
Nella relazione della Corte dei Conti sugli organismi partecipati dagli Enti territoriali, le società pubbliche al 100% sono indicate come quelle meno efficienti. Sono sbilanciate sul debito e hanno una prevalenza del fattore produttivo umano rispetto alle tecnologie e registrano anche le maggiori perdite. Sono numerosi i casi di “affidamenti privi della correlativa indicazione delle spese dell’ente affidante”, sono molti i casi in cui le spese dell’ente affidante eccedono il valore della produzione.
La Corte dei Conti evidenzia come la maggior parte di queste società “trovano giustificazione causale nell’affidamento dei servizi (oneri per i contratti di servizio), ma anche nei trasferimenti (in conto esercizio, straordinari e in conto capitale), nella copertura delle perdite (mediante spese correnti o aumenti di capitale, anche per ricapitalizzazioni), nonchè negli aumenti o acquisizioni di capitale per cause diverse dal ripiano delle perdite”.
La relazione rileva una serie di criticità nelle società partecipate, in particolare l’espansione delle spese per il personale impiegato presso i principali organismi partecipati, per effetto dell’aumento del numero dei dipendenti e dei relativi costi; l’aumento delle spese per studi ed incarichi di consulenza; l’incremento dei compensi percepiti dagli amministratori.
In particolare si rilevano valori medi più elevati di incidenza del costo del personale sul costo della produzione negli organismi a totale partecipazione pubblica (37,16%), laddove il dato complessivo medio evidenzia una percentuale ridotta al 30,33%.
Tali risultati assumono particolare valenza con riferimento alle regioni nelle quali l’incidenza riferita ai primi è particolarmente elevata, sfiorando o, addirittura, superando il 50% (Liguria, Puglia, Basilicata, Calabria e Sardegna).
Negli organismi a totale partecipazione pubblica, con uno o più soci, emerge la netta prevalenza degli affidamenti in house, tra cui spicca il ”controllo analogo”, rileva la Corte dei Conti. ”Da qui la necessita’ di verificare l’effettivita’ e la coerenza dei controlli degli enti proprietari sulle societa’ che godono di tale regime privilegiato, poiche’, diversamente, si determinerebbe una palese violazione delle regole della concorrenza e del conseguente obbligo di affidamento con gara. Tale esigenza è ancor più stringente nell’ipotesi di organismi a totale proprieta’ pubblica partecipati da piu’ enti territoriali, ove è necessario che sussista il ” controllo analogo congiunto” in capo a ciascun ente affidante, riconoscibile anche nell’ipotesi di conclusione di patti parasociali idonei ad influenzare le decisioni dell’organismo”.
In alcuni casi, la forbice tra le partecipazioni totali e l’insieme degli organismi partecipati osservati si presenta notevolmente più ampia rispetto al dato medio nazionale (pari al 7%, come accennato in precedenza): ad esempio, in Basilicata, il rapporto costo personale/costo produzione è quasi doppio nelle partecipate al 100% rispetto alle altre (57,60% rispetto a 28,84%).
Anche con riferimento al valore della produzione si riscontra un analogo impatto del costo del personale. Infatti, negli organismi a totale partecipazione pubblica, l’incidenza media è del 36,52%, mentre sul dato complessivo medio la percentuale si riduce al 30,13%.
Secondo la Corte dei Conti i valori più elevati riscontrati per le partecipate pubbliche al 100% possono essere indicativi della scarsa efficacia dei vincoli assunzionali e, in generale, delle politiche di contenimento del costo del lavoro nei confronti di tali società, e quindi appare evidente che gli organismi a totale partecipazione pubblica sono caratterizzati da una prevalenza del fattore produttivo umano rispetto all’apporto tecnologico.
In alcuni casi, i dati evidenziati dimostrano che il costo unitario della produzione è maggiore del valore unitario della produzione. Si fa riferimento, per gli organismi a totale partecipazione pubblica, alle regioni Valle d’Aosta, Campania e Sicilia e, per il complesso degli organismi, alle regioni Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.
Infine, l’analisi fa emergere una diversa entità del costo di ogni unità di personale per regione di appartenenza e ciò potrebbe essere determinato dall’impiego di qualifiche professionali e di forme contrattuali diversificate da regione a regione.
Nei 4.264 organismi osservati si rileva la significativa presenza di società di capitali (S.r.l. e S.p.A.), che rappresentano quasi il 60% del totale, più numerose nelle regioni del Nord e del Centro rispetto al resto del Paese. Più omogenea è la presenza di società consortili, fondazioni, consorzi ed aziende speciali .
gli organismi partecipati dagli enti territoriali