Il nuovo Isee si aggiorna in tempo reale


Più ampio e selettivo, ma anche più “elastico”. Con questi tre aggettivi si potrebbe descrivere quello sarà il nuovo Isee, vale a dire il noto “Indicatore della situazione economica equivalente” che viene di norma richiesto alle famiglie per poter accedere a determinati benefici o prestazioni di sostegno al reddito. Più “ampio” perché sulla base delle indiscrezioni emerse finora, parrebbe che il Governo abbia l’intenzione di accrescere la quantità di voci ricomprese nell’Isr, cioè l’Indicatore sulla situazione reddituale, inserendoci anche alcune fonti di reddito escluse dalla base imponibile del 730. Di conseguenza avremo un indicatore più “selettivo”, perché con l’ampliamento delle voci di reddito incluse nel calcolo, automaticamente certi soggetti, fino ad oggi ammessi a godere di determinati benefici, potrebbero esserne esclusi. E infine più “elastico”, in quanto sarà introdotta la possibilità di modificare il proprio indicatore in tempo reale, sulla base cioè dei cambiamenti che potrebbero incidere sulla situazione economica del contribuente.
Questi dunque i capisaldi di una riforma i cui tempi oramai si protraggono da un paio d’anni, cioè da quando il Governo Monti, appena insediatosi, inserì nell’articolo 5 del Dl Salva-Italia la rivisitazione delle “modalità di determinazione dell’Isee al fine di rafforzare la rilevanza degli elementi di ricchezza patrimoniale della famiglia, nonché della percezione di somme anche se esenti da imposizione fiscale”. Non a caso il nuovo indicatore, che dovrebbe entrare in vigore da febbraio (condizionale d’obbligo), è stato ribattezzato “riccometro”, proprio per questa sua propensione a riconoscere i tentativi di frode da parte di contribuenti che pur non avendone i requisiti sono riusciti in passato a infiltrarsi nelle liste dei soggetti meritevoli dell’erogazione di servizi e benefici.
“Secondo la relazione della commissione bicamerale sull’anagrafe tributaria”, informava tempo fa il Sole 24 Ore, “emerge che dai controlli effettuati dalle Entrate su un campione di 120mila Dsu inviate all’Inps fino a maggio 2012 e relative a un arco temporale di quasi due anni, solo sul 43% era possibile effettuare controlli attendibili. Per il restante 57% le verifiche non erano ‘finalizzabili’ al controllo, in parte o in tutto, della posizione dei componenti del nucleo familiare”. Oltretutto “la necessità di una stretta contro i furbetti del Welfare emerge anche dall’analisi sugli oltre 680mila cittadini che fino a maggio 2012 hanno ottenuto la social card: quasi 54mila avevano un reddito superiore a quello autocertificato. E oltre 10mila sono state le sospensioni del beneficio visto che dal ricalcolo dell’Isee sono venuti meno i requisiti necessari per l’accesso all’utilizzo della social card”.
Fra gli obiettivi, quindi, vi è anche il rafforzamento dei controlli, in particolare attraverso una più stretta sinergia fra le banche dati dell’Agenzia delle Entrate e dell’Inps. “In sostanza – spiegava ancora il Sole – l’ente che riceve dal cittadino la dichiarazione sostitutiva unica (Comuni, università, asl, ecc.) avrà quattro giorni di tempo per trasmettere i dati in via telematica al sistema informativo Isee gestito dall’Inps. Le informazioni analitiche necessarie al calcolo dell’indicatore reddituale e patrimoniale non incluse nell’autodichiarazione, ma presenti nell’anagrafe tributaria, saranno poi trasmesse dalle Entrate all’Inps. Anche l’acquisizione dei dati dall’anagrafe tributaria dovrà avvenire in quattro giorni lavorativi. Sempre all’Agenzia, poi, spetterà il compito, sulla base di controlli automatici, di rendere disponibili all’Inps l’esistenza di omissioni o difformità dai dati dichiarati rispetto a quelli presenti nel sistema informativo del Fisco”.
Cerchiamo allora di capire come cambierà il nuovo Isee rispetto al vecchio. Anzitutto verrà innovata la concezione di nucleo familiare. Ad esempio i coniugi con diversa residenza anagrafica saranno considerati due nuclei distinti solo dopo una pronuncia di separazione giudiziale o l’omologazione della separazione consensuale. Allo stesso modo un figlio maggiorenne non convivente con la famiglia, ma a suo carico ai fini Irpef, farà parte a pieno titolo del reddito familiare complessivo. Per quanto riguarda invece il procedimento generale di calcolo, questo non subirà alcuna modifica, nel senso che gli elementi portanti resteranno quelli di sempre, per arrivare a un valore che scaturisca dalla somma fra i redditi familiari e il 20% dei patrimoni mobiliari e immobiliari. Somma che andrà poi rapportata ai singoli componenti del nucleo familiare. In sostanza si continuerà a sommare l’Indice della situazione reddituale (Isr), a sua volta ricavata dalla somma dei diversi redditi, col 20% dell’Isp, Indicatore della situazione patrimoniale, vale a dire il valore cumulativo del patrimonio mobiliare e immobiliare ascrivibile alla famiglia. Da questa somma si otterrà quindi l’Ise, l’Indice della situazione economica, da non confondere con l’Isee, visto che quest’ultimo sarà dato proprio dal rapporto tra l’Ise e i coefficienti attribuiti alla singola famiglia in funzione del numero dei componenti e delle caratteristiche del nucleo stesso. Viceversa quello che cambierà sarà il numero delle singole voci ricomprese nei macro-elementi di calcolo (cioè l’Isr e l’Isp), nonché l’incidenza che determinate caratteristiche del nucleo familiare avranno nell’ottenimento del risultato finale.
Andiamo con ordine. Capitolo Isr. Il primo aspetto da rimarcare è l’ampliamento del “paniere” nel quale saranno considerate certe fonti di reddito fino ad oggi escluse dal calcolo. Lo scopo è infatti quello di risalire a una panoramica più dettagliata delle entrate familiari, includendo ad esempio gli importi soggetti a imposta sostitutiva, le rendite catastali dei beni immobiliari, gli assegni per il mantenimento dei figli, i trattamenti assistenziali ed ogni altra componente reddituale esente da imposta, inclusi i redditi da lavoro dipendente prestato all’estero e tassati esclusivamente nell’altro Stato. È dunque evidente il cambio di rotta rispetto al passato, visto che con l’Isee datato 1998 la componente reddituale era (e per ora resta) rappresentata esclusivamente dalle fonti di reddito soggette ad imposta.
Questa, fra l’altro, di tutte le novità introdotte con la riforma, è proprio quella percepita come più impopolare, dal momento che alla fine potrebbero essere incluse nel calcolo Isee anche prestazioni come gli assegni o le indennità di accompagnamento per invalidi civili, disabili, non vedenti o non udenti. Vanno però considerate anche le franchigie e le detrazioni che abbatteranno la soglia dell’Isr: ad esempio, per chi vive in affitto, sarà sottratto il valore del canone annuo fino a un massimo di 7mila euro; per chi invece risiede in un’abitazione di proprietà, verrà applicata una franchigia pari a 5mila euro, accresciuta di 500 euro per ogni componente il nucleo familiare successivo al primo, fino ad un massimo di 7mila euro. Altre specifiche franchigie o detrazioni sono poi previste per la disabilità: 3.500 euro per ogni persona con disabilità media presente nel nucleo; 5mila euro per ogni persona con disabilità grave e 6.500 per ogni soggetto non autosufficiente nello svolgimento degli atti della vita quotidiana.
Anche la componente riconducibile alle proprietà mobiliari e immobiliari (le case e al tempo stesso i risparmi, le azioni, i titoli finanziari, i fondi d’investimento) avrà un peso certamente maggiore. Ad esempio dovrebbero finire nel calcolo anche le abitazioni principali e le proprietà detenute all’estero. In ultimo, sempre nell’ambito dell’elaborazione, cambieranno le cosiddette “scale di equivalenza”, cioè quei coefficienti che andranno effettivamente a incidere sul risultato finale dell’Isee. In pratica ogni valore numerico desumibile dalle grandezze dell’Isr e dell’Isp, va poi rapportato alle condizioni del singolo nucleo familiare; di conseguenza una certa disponibilità di reddito o di patrimonio potrebbe avere un peso differente se rapportato a nuclei con caratteristiche molto diverse fra loro. Ecco allora che dal nuovo indicatore dovrebbero risultare maggiori o minori vantaggi in base alla presenza di figli minori, di familiari a carico o di persone disabili.
Si è detto infine che il nuovo Isee sarà anche più elastico rispetto a quello attuale. A differenza, infatti, di quanto permesso finora, sarà possibile ottenere una certificazione economica sulla base del reddito “corrente”, quindi più veritiera e aggiornata rispetto a quella che si otterrebbe facendo riferimento ai redditi dell’anno passato. Tale soluzione è stata evidentemente introdotta considerando tutti quei soggetti che pur avendo perso il lavoro, o subìto dei cambiamenti nella propria situazione, avrebbero dovuto comunque rifarsi ai redditi e al patrimonio in corso al 31 dicembre dell’anno prima, secondo quanto stabilito dalle vecchie norme. Al contrario col nuovo Isee, laddove il patrimonio del soggetto sia effettivamente cambiato, sarà possibile inserire i valori correnti e “scattare” una foto più aderente alla realtà.
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