Sedriano, indaga la Corte dei conti: danno d’immagine per il Comune


La «difesa» L’ex primo cittadino: ho letto libro, fidatevi, qui la malavita calabrese non ha attecchito.
Non solo lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Per l’ormai ex amministrazione di Sedriano guidata da Alfredo Celeste, indagato per corruzione per i suoi rapporti con il calabrese Eugenio Costantino, c’è una nuova bufera in vista. La Procura della Corte dei conti della Lombardia ha aperto un’indagine contabile per verificare i danni subiti dall’erario nella gestione del Comune. L’inchiesta è affidata al sostituto procuratore generale Luigi D’Angelo. Non solo, perché in caso di condanne, i pm contabili, guidati dal Procuratore Antonio Caruso, potrebbero avviare un secondo fascicolo per i danni d’immagine subiti dal Comune.
COMUNE COMMISSARIATO – Ieri è stato il giorno dell’uscita di scena definitiva del sindaco. Intorno a mezzogiorno il sessantenne Celeste – che tornerà ad insegnare religione all’Itis di Vittuone – ha lasciato il suo ufficio al municipio e ha ceduto la scena ai commissari inviati del prefetto Francesco Paolo Tronca. Saranno il vice prefetto Adriana Sabato, già commissario straordinario nei comuni di Seveso e Cesano Maderno, Stefano Simeone, capo di gabinetto della prefettura di Lecco e il funzionario economico Nunzio Rosario Guercio a guidare il Comune fino a nuove elezioni. Nel pomeriggio il primo incontro con i dirigenti.
APPARENTE TRANQUILLITA’ – Il giorno dopo la notizia dello scioglimento dell’amministrazione comunale, Sedriano è un paese quasi irreale. Perché chi è arrivato fin qui per guardare negli occhi la ‘ndrangheta – è il primo comune lombardo sciolto per infiltrazioni della criminalità organizzata – è quasi spaesato di fronte a villette ordinate, strade pulite, parchi giochi ben tenuti. Gli stereotipi della mafia sembrano quasi sgretolarsi di fronte a una realtà «tranquillizzante», con i bambini che vanno a scuola a piedi, in un paese dove proprio l’amministrazione Celeste era riuscita a bloccare l’apertura di nuove sale giochi. A Bareggio c’è la villa fortezza del vecchio boss Ciccio Valle, a Cisliano il ristorante La Masseria con leoni e statue, a Buccinasco i bar storici delle cosche. A Sedriano non c’è niente di tutto questo, gli stessi archivi delle forze dell’ordine restituiscono solo criminalità «comune». Tra gli abitanti, nei bar della piazza intitolata al Seminatore, il giorno dopo non c’è amarezza ma stupore. Quasi incredulità di fronte al record di essere il primo e solo Comune lombardo sciolto per mafia.
L’EX SINDACO DI DIFENDE – Lo stesso sindaco Celeste nelle sue innumerevoli autodifese contesta l’idea di un territorio mafioso: «Mi sono documentato, ho letto libri. Fidatevi qui la ‘ndrangheta non c’è». Eppure, ripetono gli investigatori dell’Antimafia, non è grazie a coppole e lupare che i clan hanno conquistato definitivamente Milano e la Lombardia. La storia di Sedriano, seppure manchino ancora sentenze penali, è esemplare. Eugenio Costantino, il grande (presunto) boss legato al clan Di Grillo-Mancuso, viveva a Marcallo con Casone. A Sedriano si presentava con abiti eleganti, chioma fluente e belle auto. Nelle intercettazioni dell’inchiesta «Grillo parlante» del pm Giuseppe D’Amico c’è invece l’altra faccia del «rappresentante della Democrazia cristiana per le autonomie». Ci sono le minacce, gli affari illegali. Ma per entrare nel Consiglio comunale di Sedriano, secondo l’accusa, Costantino ha scelto il volto pulito della figlia Teresa, i modi dell’adulatore verso il sindaco Celeste. In Lombardia le infiltrazioni mafiose hanno riguardato anche altri comuni dell’hinterland milanese, come è emerso dall’inchiesta Infinito, che però in qualche modo sono riusciti a scamparla lasciando a Sedriano, dove l’unico segno di incuria è l’erba alta in alcune aiuole comunali, il primato meno nobile della sua storia.

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