Sicilia, 400 milioni per evitare il fallimento



« N on c’ è rischio default per la Sicilia. Il problema non è strutturale ma di temporanea mancanza di liquidità ed è stato risolto con trasferimenti per 400 milioni di euro già programmati ». Le parole che a sera trapelano da Roma danno una boccata d’ ossigeno al governatore Raffaele Lombardo. Sono sempre ambienti governativi a ricordare, inoltre, che il bilancio della Regione «è stato in attivo nel 2011 e nel 2010» e che i fabbisogni regionali «non sono automaticamente garantiti dall’ amministrazione centrale dello Stato ». Dal canto suo Lombardo non si limita a ribadire che martedì incontrerà il premier Monti e gli confermerà le dimissioni entro il 31 luglio. «A meno che non mi sia dimesso già il 24 mattina o domani, perché a ottobre si deve votare. Non lascerò che la Sicilia diventi merce di scambio, in caso di elezioni contemporanee con le politiche, per un ministero in più». Anzi, attacca sull’ ipotesi commissariamento che non esita a definire «un golpe ». È un fiume in piena il presidente della Regione siciliana, il giorno dopo che Palazzo Chigi gli ha chiesto conto delle sue intenzioni, viste le «gravi preoccupazioni riguardo alla possibilità che la Sicilia possa andare in default a causa del proprio bilancio». Nega, dunque, la possibilità che arrivi un commissario, «perché l’ articolo 120 della Costituzione non viene neanche sfiorato», lascerà invece la Sicilia nelle mani del vicepresidente Massimo Russo, ex magistrato «garanzia di rigore finanziario e morale». Lombardo non riesce a mantenere la sua proverbiale pacatezza da psichiatra che dissimula le emozioni: alza la voce, si scaglia contro pseudoindustriali «che non hanno portato nessuna proposta per incentivare l’ occupazione in Sicilia», contro alcuni governatori del Nord (Formigoni) e il leghista Borghezio («che ci farebbe un favore separando la Sicilia dall’ Italia, almeno lo stato ci renderebbe i 10 miliardi che si becca per la raffinazione della benzina»), contro chi vorrebbe mandare a casa 26.500 forestali e 18.500 precari degli enti locali facendo ‘macelleria sociale’. Lombardo, indagato dalla Procura di Catania per concorso esterno in associazione mafiosa («che vedremo come andrà a finire» dice ironicamente), è convinto che Monti sia stato indotto a questa lettera dai partiti e da una campagna mediatica diffamatoria. «La verità è che c’ è chi non vuole che si voti a ottobre, ma contemporaneamente alle politiche, per accordarsi sulla testa dei siciliani ». Dietro a quel ‘chi’ si nascondono il Pd per la candidatura Crocetta che farebbe saltare il patto Bersani- Casini, il Pdl in stato confusionale, «l’ Udc, che si vuole presentare sulla scena politica scaricandosi di dosso sette anni di governo, magari addossandoli soltanto al mio predecessore (Salvatore Cuffaro, in carcere per favoreggiamento aggravato alla mafia e detenuto a Rebibbia, ndr). Sono pronto a confrontarmi con Casini pubblicamente». Lombardo, infine, si toglie qualche sassolino dalla scarpa: rivendica una situazione finanziaria in linea con le altre regioni e migliore di quella dello Stato, dice che chiederà di riferire in Consiglio dei ministri per spiegare quanto fatto finora. E rivela che sta scrivendo anche lui una lettera a Monti «per fare emergere la massa enorme di equivoci e menzogne contro la Sicilia». Infine, minaccia: «Perseguiremo in sede civile e penale quotidiani come Il Giornale e Libero».