Sui comuni incognita da 8 miliardi



Una sfida, quella di mantenere l’ aggio sotto al 7% che dovrebbe rappresentare il nuovo livello delle richieste di Equitalia dopo la ristrutturazione delle regole in cantiere; un’ incognita, che secondo l’ Anci vale 8 miliardi e riguarda le cartelle che oggi la stessa Equitalia sta gestendo, ma che non sono ancora arrivate al traguardo della cassa. Sono i due temi chiave nel ridisegno della riscossione locale rilanciati ieri dall’ Ufficio di presidenza dell’ Anci riunitosi a Frascati (Roma) nel corso della due giorni Ifel sui bilanci comunali. I vertici dell’ Associazione hanno scelto la strada del soggetto misto pubblico-privato (si veda Il Sole 24 Ore di ieri), che permette di evitare la costruzione ex novo di un’ ulteriore struttura e non va allo scontro frontale con le aziende iscritte all’ albo e già attive nella riscossione locale. Gli aggi effettivi, ovviamente, dipenderanno dalle gare locali, ma nel bando per la scelta del partner l’ Anci ha intenzione di costruire un mix di parametri che tenga conto dei costi richiesti ai contribuenti, oltre che delle strategie e della disponibilità all’ affiancamento del versante istituzionale. In questo quadro, il 7% di aggio che dovrebbe essere chiesto dall’ agente nazionale della riscossione dopo la revisione delle regole potrebbe rappresentare il tetto da non superare nell’ offerta di collaborazione. «Il nostro obiettivo – spiega Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia e presidente dell’ Anci – è quello di attivare un sistema della riscossione locale più flessibile, con maggiore attenzione al contribuente. Siamo d’ accordo con il presidente del Consiglio, Mario Monti, quando si dice vicino ai lavoratori di Equitalia, e con le Entrate lavoriamo benissimo nella lotta all’ evasione, ma non si può chiudere gli occhi su un sistema che non funziona: quando ci sono anche dei drammi umani bisogna cambiare strada». La scelta dei sindaci è accolta con una certa freddezza dal sottosegretario all’ Economia, Vieri Ceriani: «È un’ opzione possibile – spiega Ceriani – ma va ricordato che la maggioranza dei problemi nella riscossione deriva non da Equitalia ma da errori degli enti impositori, e ciò accade molto più spesso negli enti locali». Anche sul l’ ipotesi di costi aggiuntivi, Ceriani è meno ottimista rispetto ai sindaci, perché «c’ è il rischio di duplicare strutture, software, sistemi gestionali. Tutto ciò va fatto ovviamente a invarianza di risorse». Sarebbe più urgente, secondo il sottosegretario, «risolvere i problemi a monte, perché non si tratta di lanciare l’ Apollo 13 ma di usare meglio le tecnologie che abbiamo». Per “cambiare strada” i sindaci puntano su un soggetto ibrido, composto da una gamba istituzionale dedicata all’ assistenza ai Comuni nella stagione di ristrutturazione delle regole e di avvio delle gare, e di una operativa interamente affidata al partner privato (si veda anche Il Sole 24 Ore di ieri). «Anche per questa ragione – sostiene Delrio – non sarà un carrozzone». Il calendario è stretto, perché il taglio operativo del nastro al 1° gennaio prossimo impone di avviare i lavori rapidamente e di chiudere la gara appena dopo la pausa estiva. Al momento i sindaci escludono la richiesta di nuove proroghe: molto dipenderà, però, dalla possibilità di trovare soggetti privati disposti a imbarcarsi nell’ impresa.