Accordo Governo-Regioni-Enti locali su equilibri di finanza pubblica

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Accordo “fuori sacco”, cioè fuori dall’ordine del giorno, in Conferenza Unificata in merito alla rideterminazione delle sanzioni per il mancato raggiungimento degli obiettivi del Patto di Stabilità nel 2014 e sull’armonizzazione dei bilanci pubblici.
“A fronte dell’attuale situazione parlamentare, fortemente convulsa – ha spiegato il sottosegretario agli Affari regionali Gian Claudio Bressa – volevamo far sapere con certezza agli enti locali che il governo si impegna a dare risposte in una logica di senso comune”.
Le finalità dell’accordo Governo-Comuni-Regioni sono per condividere obiettivi comuni “nel contesto degli interventi che il governo riterrà di porre in essere”. Si prevede così l’avvio in maniera “uniforme delle nuove regole sull’armonizzazione, in modo da permettere a tutti gli enti di utilizzare al meglio gli strumenti a disposizione”.
Per fare questo è quindi prevista la rideterminazione degli obiettivi del Patto di stabilità interno e la sostenibilità dell’avvio a regime dell’armonizzazione contabile. Poi è prevista anche la rideterminazione delle sanzioni per il mancato raggiungimento degli obiettivi del Patto di stabilità interno nel 2014 degli Enti locali.
E’ prevista anche l’esclusione, dalla sanzione sul personale, delle proroghe dei contratti di lavoro a tempo determinato. Così come per la sanzione nel ritardo di comunicazione dei dati relativi al rispetto del Patto di stabilità interno.
L’intesa fissa anche gli obiettivi del Patto di stabilità interno dei Comuni per gli
anni 2015-2018. Si prevede in pratica “una procedura per l’attribuzione di spazi finanziari ai Comuni in ciascuno degli anni 2015-2018, per sostenere spese per eventi calamitosi, per interventi di messa in sicurezza degli edifici scolastici e del territorio, ivi incluse quelle connesse alla bonifica dei siti contaminati dall’amianto, per esercizio della funzione di ente capofila, per sentenze passate in giudicato a seguito di contenziosi connessi a cedimenti strutturali e, in via residuale, di procedure di esproprio”.
L’esclusione, dalla sanzione sul personale, delle proroghe dei contratti di lavoro a tempo determinato, ha l’obiettivo di “consentire anche alle città metropolitane e alle province che nel 2014 non hanno rispettato il Patto di stabilità interno, la proroga, fino al 31 dicembre 2015, dei contratti di lavoro a tempo determinato per le strette necessità connesse alle esigenze di continuità dei servizi e nel rispetto dei vincoli finanziari”.
In merito all’armonizzazione contabile l’assessore Vittorio Bugli, che ha rappresentato la Conferenza delle Regioni in sede di Conferenza Unificata, ha spiegato che le Regioni hanno sottoposto all’attenzione del Governo anche il tema relativo al fatto che “avendo le Regioni anticipato al 2015 il pareggio di bilancio e avendo avuto finora una politica che noi andavamo una volta che si faceva un investimento ad erodere il patto al momento che lo si liquidava, con il pareggio di bilancio al momento che lo si impegna. Questa è una condizione diversa da quella dei comuni. Un sindaco che fa un investimento erode il suo patto al momento in cui paga la ditta, un assessore al bilancio della regione erode il pareggio di bilancio nel momento in cui impegna l’investimento. E questo rischia di provocare un blocco degli investimenti delle Regioni nel 2015. E quindi abbiamo chiesto di andare a questo regime con più gradualità facendo una sorta di deroga perlomeno per alcuni settori di investimento. C’è stato l’impegno del Governo a verificare il tema, da introdurre poi in un eventuale provvedimento legislativo sul patto di stabilità”.

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